Indipendenza irlandese

Nel 1858 nacque in Irlanda la “Irish Republican Brotherhood” (IRB), ovvero la fondazione della Fratellanza Repubblicana Irlandese, conosciuta anche con il nome di “Lega Feniana” e rappresentava un’organizzazione segreta di combattenti con la Gran Bretagna e aveva le sedi principali a Dublino e a New York, dove ai tempi della grande carestia, emigrarono molti irlandesi.

La “Lega Feniana” fu così promotrice di numerose insurrezioni tra il 1865 e il 1867.
Nel 1868 fu nominato Primo Ministro Willian Ewart Gladstone, un liberale che aveva da sempre sostenuto la causa irlandese. Durante il suo governo, egli promosse delle riforme scolastiche ed amministrative, anche se la ribellione degli irlandesi diventava più intensa.
Nel 1870 nacque il movimento passato alla storia con il nome di “Home Rule”, promosso da Charles Stewart Parnell. I suoi membri in parlamento ricorsero all’ostruzionismo per rivendicare la separazione tra Irlanda e Gran Bretagna de l’istituzione di un parlamento autonomo e democratico a Dublino.

Le condizioni socio-economico della società irlandese, inoltre, erano abbastanza disastrate con un alto tasso di diffusione della povertà. La popolazione era soprattutto stremata dall’affitto delle terre e pertanto diede appoggio ai Feniani che promuovevano la riforma agraria e la ridistribuzione delle terre con l’annullamento dell’affitto delle terre. Le agitazioni quindi si moltiplicarono e i “Landiligisti”, cioè coloro che promuovevano la “Land Ligue” (separazione delle terre), ricorsero al boicottaggio (il termine nacque in questo periodo e deriva dal nome di Charles Boycott, un sovraintendente terriero). Scoppiò quindi quella che è conosciuta con il nome la “Guerra della Terra” (1879 – 1882) e che per la prima volta vedeva i fittavoli irlandesi vincere sui proprietari terrieri inglesi.

Il governo di Gladstone continuò al sua opera a favore degli irlandesi e fu poi costretto a dimettersi.
All’inizio del XX secolo, in Irlanda nasce un movimento politico repubblicano e l’insorgere di contrasti sempre più evidenti tra i nazionalisti irlandesi e i protestanti che erano sempre più numerosi nella regione dell’Ulster. Neanche lo scoppio della Prima Guerra Mondiale nel 1914 pose fine alle ribellioni interne.

Nel 1916 a Dublino scoppiò una della peggiori e meglio organizzate insurrezioni irlandesi contro i protestanti e gli inglesi: era il lunedì di Pasqua (da qui deriva il nome di “Easter Rising” dato alla ribellione) e i ribelli occuparono parte degli edifici pubblici della città. Molti ribelli vennero imprigionati dall’esercito inglese e brutalmente uccisi nel carcere di Kilmainham.
L’insurrezione divenne sempre più infiammata e si sentiva sempre più parlare dell’indipendenza irlandese, dell’ “Irish Free State”: nel 1921 l’Irlanda ottenne l’Indipendenza dalla Gran Bretagna dopo secoli di sottomissione.

Ma il trattato di rettifica della separazione, promulgato a Londra il 6 dicembre 1921, riconosceva l’Irlanda come “Dominion”, imponendole l’obbligo di giurare fedeltà alla Corona inglese. Questo divise gli stessi irlandesi in coloro che combattevano duramente questa situazione e chi l’appoggiava. Fu formato il parlamento dell'Irlanda del Nord con James Craig primo ministro, ma le divisioni politiche tra le due fazioni religiose (cattolica e protestante) si aggravarono sempre di più e i cattolici divennero oggetto di una forte discriminazione non solo in ambito politico, ma anche nell'assegnazione delle case e dei posti di lavoro e nell'assistenza sociale.

Ne derivò una guerra civile interna tra gli irlandesi cattolici e i protestanti che portò alla separazione tra la Repubblica d’Irlanda e il Nord del’Irlanda, protestante e filo-britannico: la porzione meridionale dell'Irlanda fu dichiarata una repubblica nel 1948 e lasciò il Commonwealth britannico nel 1949.
Nel 1968 nell’Irlanda del Nord ebbero inizio i “Troubles”, ovvero delle insurrezioni popolari guidate dall’ “Irish Republican Army” (IRA), la formazione armata che combatteva gli inglesi misero in atto una serie di efferati omicidi e rappresaglie, con il massacro di decine di civili innocenti e la Gran Bretagna diventò vittima del terrorismo.

Per un cambiamento netto in questa guerra civile, si ebbe nel 1997 con l'elezione di Tony Blair primo ministro al parlamento, appoggiato da una vasta maggioranza laburista. Nel 1998 fu approvato un piano di pace che offriva all'Irlanda del Nord una forma di autogoverno e prevedeva la formazione di un North-South Council cui sarà affidata in futuro la politica di tutta l'Irlanda con il consenso di Belfast e di Dublino.