Invasione vichinga, normanna e inglese

I Vichinghi, provenienti dalla Danimarca, invasero l’Irlanda nel 795 ponendo così fine ad un periodo di ordine e prosperità garantito dal controllo dei monasteri e dei religiosi e dei regnanti locali.
Il primo avamposto sul territorio irlandese dei Vichinghi, è stata l’isola di Lambay di fronte alla costa dell’attuale territorio di Dublino. All’inizio gli invasori nordici trovarono poca resistenza delle popolazioni locali e la conquista di alcuni territori avvenne con pochi soldati e in modo poco distruttivo.

Con il tempo, però, le popolazioni locali si organizzarono per difendersi dall’invasore e alla fine i Vichinghi furono costretti a ricorrere al saccheggio di villaggi e monasteri e all’incendio come mezzo di conquista.

Le invasioni da parte dei Vichinghi durarono circa duecento anni e solo intorno all'840 essi iniziarono a insediarsi stabilmente sulla costa, formando città murate lungo le rive o gli estuari dei fiumi. Le principali città fondate dai Vichinghi furono Limerick, Waterford, Wexford, Cork, Arklow e Dublino che divenne il centro principale e il simbolo del predominio vichingo sul territorio irlandese.

Durante la loro conquista i Vichinghi entrarono in contatto con la popolazione locale, dando vita ad un’etnia mista che fu definita “Gall-Gaels”: “Gall” era il termine con cui in lingua gaelica erano chiamati gli stranieri quindi i Vichinghi, mentre “Gaels” è alla popolazione gaelica locale.
I Vichinghi imposero severe leggi alla popolazione con l’obiettivo di mantenere l’ordine e garantire la prosperità dell’isola. Essi dominarono l’isola indisturbati continuando a controllare i tanti regni locali che si erano formati.

All’inizio del XII secolo, l’Irlanda era divisa in diversi piccoli regni e il potere era esercitato da dinastie locali che erano in continua lotta tra di loro per il predominio del territorio irlandese.
Nel giro di pochi decenni, però, i regnanti locali persero il loro potere sotto la pressione del dominatore vichingo.
Il re Ruaidri mac Tairrdelbach Ua Conchobair fu determinante nella storia dell’Irlanda di questo periodo: egli, infatti, si alleò con i Normanni per la riconquista del suo regno e dell’intera isola.

Nel 1169 ci fu il primo sbarco delle truppe normanne in Irlanda e in poco tempo essi conquistarono
il Leinster, il Waterford e Dublino.
La creazione di uno stato forte in Irlanda spaventava Enrico II d’Inghilterra: il consolidamento del potere normanno in Irlanda rappresentava una minaccia per la supremazia inglese e pertanto i Normanni dovevano essere bloccati.

Enrico II decise quindi di invadere e conquistare la vicina isola, temendo anche che potesse succedere il contrario e dover quindi affrontare una guerra sul proprio territorio.
Nel 1171 il re Enrico II d'Inghilterra, al comando di una nutrita flotta, sbarcò in Irlanda e occupò le numerosi territori, divenendo il primo sovrano d'Inghilterra a mettere piede sull’isola. L’anno successivo fu nominato “Dominus Hiberniae” ovvero “Lord of Ireland” direttamente da una bolla papale che quindi sanciva il dominio della sua dinastia in Irlanda.

Ma l’isola continuò ad essere governata secondo la legge locale e il sistema inglese fu applicato solo a Dublino e nell’hinterland a partire dal XIII secolo. Solo durante il secolo successivo la popolazione inglese era ben integrata con quella locale, ma la corona fissò alcune regole per la differenziazione tra nativi e colonizzatori. Si giunse così agli “statuti di Kilkenny”, delle leggi che introdussero una serie di discriminazioni, come il divieto di contrarre matrimoni “misti”, oppure il divieto imposto agli inglesi di usare nomi, lingua, abbigliamento ed usanze irlandesi.

L’invasione e il controllo degli inglesi in territorio irlandese divenne sempre più forte e invasivo a partire dal XVI secolo e le vecchie infrastrutture gaeliche cedevano il passo alle istituzioni britanniche.