Preistoria e cristianizzazione

Le prime notizie di presenza umana in Irlanda risalgono a circa dieci mila anni fa.
Durante la glaciazione, infatti, l’Irlanda si è staccata dalla Gran Bretagna e il graduale scioglimento dei ghiacci l’ambiente divenne meno ostile alla vita dell’uomo e degli animali.

Secondo quanto riportato in alcuni documenti di studiosi e scrittori Romani e sulla base dei ritrovamenti archeologici, pare che i primi abitanti dell’Irlanda furono popolazioni del Mesolitico che giunsero in questi territori intorno all’8.000 a.C. Gli scavi archeologici hanno permesso di localizzare i loro insediamenti lungo le coste e le rive dei fiumi. Erano perlopiù cacciatori e raccoglitori di frutti riuniti in clan familiari o piccole tribù.

Intorno al 5.000 a.C. ci fu l’introduzione dell’agricoltura – e quindi l’inizio dell’era Neolitica – forse ad opera di popolazioni di agricoltori che colonizzarono l’Irlanda o di gente proveniente da altri territori vicini. Parallelamente l’uomo imparò a utilizzare e modellare la ceramica, a costruire attrezzi in pietra utili alla caccia, alla pesca e all’agricoltura e a lavorare il legno.

Si formarono così i primi insediamenti di case di legno a pianta rettangolare e tombe megalitiche, ovvero monumenti di pietra di grandi dimensioni con un passaggio sotterraneo – ne sono esempio le tombe ritrovate a Newgrange, Knowth e Dowth.
Intorno al 2.000 a.C. iniziò l’Era del Bronzo e quindi l’uomo iniziò a lavorare i metalli: l’Irlanda era una zona ricca di metalli come testimoniano i tanti manufatti e utensili in oro e bronzo ritrovati e databili in quel periodo.

In Irlanda, l’Età del Ferro (VII secolo a.C.) coincide con l’avvento delle popolazioni celtiche che sbarcati sull’isola si fusero con gli abitanti autoctoni, organizzandosi in clan che però continuavano sempre a essere in lotta tra di loro per la spartizione del territorio. Si formarono quindi una specie di grandi provincie - In Tuisceart, Airgialla, Ulaid, Mide, Laigin, Mumhain, Cóiced Ol nEchmacht – che erano governate da un'aristocrazia guerriera e una classe erudita della quale facevano probabilmente parte i druidi.

I Romani, grandi conquistatori in quei secoli, non invasero l’Irlanda forse perché troppo lontana e ritenuta un territorio selvaggio e impraticabile. Essi chiamavano l’isola “Hibernia” ovvero territorio lontano e freddo. Il ritrovamento di manufatti romani e di oggetti romano-britannici permetto di affermare che, anche se non ci fu una colonizzazione, i celti irlandesi ebbero almeno contatti commerciali e scambi con i romani che si erano stanziati nella vicina Gran Bretagna.

All’inizio del V secolo, sulle coste orientali dell’Irlanda imperversarono i pirati che poi si stabilirono definitivamente nella vicina Gran Bretagna fondando dei regni come la Scozia, il Galles e la Cornovaglia. Molti studiosi ritengono che questi tornarono poi in Irlanda come mercanti, mercenari o schiavi liberati introducendo la religione cristiana che trovarono in terra inglese.

La cristianizzazione dell’Irlanda è legata a San Patrizio, divenuto poi patrono dell’isola; egli era di origine gallese e la nuova religione cristiana subentrò facilmente al rito delle popolazioni autoctone. In poco tempo l’Irlanda divenne uno più fiorenti paesi delle cristianità a livello europeo: furono fondati numerosi monasteri che divennero dei centri prestigiosi per lo studio del latino, dove operavano diligenti amanuensi e dove fiorivano le arti figurative. Molti monaci, infatti, si specializzarono nella lavorazione di metalli preziosi e la realizzazione di manufatti e utensili vari.

Nel frattempo l’Europa era flagellata dalle popolazioni barbariche che risparmiarono l’Irlanda dove la cultura e la fede cristiana resistettero all'interno dei monasteri durante tutto il Medio Evo e questo permise alla civiltà irlandese di svilupparsi e diffondersi in modo stabile e omogeneo su tutta l’isola.

Ad opera del frate San Colombano, attorno al V secolo, dall’Irlanda prese il via una grande missione di ri-cristianizzazione del continente europeo; il frate fondò monasteri, conventi, abbazie in tutta l’Europa diffondendo la cultura e la scrittura insulare irlandese.
Questo fiorente periodo dell’Irlanda, però, fu bruscamente interrotto dall’invasione dei Vichinghi a partire dal IX secolo.