George Best

George Best è considerato uno dei più grandi calciatori a livello internazionale. Nato in un povero quartiere di Belfast nel 1946, fin da bambino è appassionato di calcio e, la corporatura esile, non oscura il suo grande talento naturale.

Appena quindicenne viene notato dagli osservatori del Manchester United ed egli entra a far parte della squadra inglese. George debutta nel campionato inglese all'età di diciassette anni.
Nel 1966 partecipa alla vittoria nei quarti di finale di Coppa Campioni, contro la squadra portoghese del Benfica segnando ben due gol decisivi.

Oltre del suo talento, Best veste i panni del campione famoso e nel giro di poco tempo nasce una star internazionale. In campo è un primo attore, attira l’attenzione del pubblico non solo con la sua bravura calcistica ma anche con la sua presenza agile.
Nel 1968, Best riceverà il Pallone d'Oro, raggiungendo l'apice del successo e della notorietà.

Subito dopo, però, egli inizia a dedicarsi agli eccessi, alla vita sregolata, all’alcool e alla droga e sperperare i soldi guadagnati.
Agli inizi degli anni Ottanta, Best lascerà il Manchester – dopo tredici anni – e lascia l’Europa approdando al calcio statunitense, ma non avrà grande successo poiché continuerà la vita dissoluta.

Terminata la carriera calcistica, Best accetta l'incarico di telecronista per i mondiali 1982 seguendo il breve cammino dell'Irlanda del Nord e a metà degli anni Ottanta, dopo aver toccato veramente il fondo, rinasce come commentatore d'eccezione per un popolare canale sportivo in Inghilterra.
Nel mese di ottobre 2005 viene ricoverato in ospedale e morirà pochi giorni dopo.

I funerali si tennero il 2 dicembre a Belfast e furono un momento di grande partecipazione di tutta la città, unendo protestanti e cattolici da tempo in lotta tra di loro.
La città per onorare il suo campione gli ha dedicato l’aeroporto, il Belfast City Airport, e nel centro cittadino è stata realizzata una statua, mentre all'Old Trafford, stadio del Manchester United, sono al vaglio diverse proposte per commemorare uno dei suoi più grandi campioni.